Assunta
(martedì 6 ottobre 2009)
Categoria: Paura
Il triste ricordo di mio figlio
Dopo poco più di un anno dall'ultima volta, ho rivisto mio figlio piangere. Mi ha fatto un certo effetto,e tenerezza nello stesso tempo, su skai hanno trasmesso (malattie sconosciute) e questa sera hanno parlato della sindrome di Guillem Barrè, mio figlio avendo contratto quella malattia l'ha seguita con attenzione e mi ha detto: mamma in quel ragazzo mi sono rivisto, ho rivissuto la malattia e i terribili giorni della paralisi. Si è commosso e si è lasciato andare in un pianto dirotto. Sapevo che per lui è stato terribile, ma non pensavo, che ancora non è riuscito a dimenticare quei brutti momenti. quella brutta malattia l'ha segnato profondamente, ma si è dimostrato coraggioso, e questo coraggio sono certa gli servirà per andare avanti, facendogli apprezzare tutto ciò che c'è di bello nella vita. La sua seconda possibilità è un'occasione meravigliosa.
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mafalda
(martedì 6 ottobre 2009)
Dici bene Assunta cara , chi ha perso o stava per perdere la salute , dà un altro significato alla vita .Per noi è normale la mattina mettere le gambe giù dal letto e iniziare la giornata come se poterlo fare autonomamente è normale .Invece quanta gente , inizia la giornata aspettando che qualcuno lo aiuti anche nei gesti più elementari . A volte, la sera , quando vorrei lamentarmi per la stanchezza , mi trattengo e ringrazio il Buon Dio che mi ha dato la possibilità di " stancarmi "....Tanta gente , che giace a letto immobilizzata , credo che vorrebbe anch'essa provare questa sensazione che ormai è solo un ricordo .Speriamo che la medicina vada sempre più avanti e che si trovi presto un rimedio per tutte le malattie sconosciute .
Assunta
(martedì 6 ottobre 2009)
Grazie cara Mafalda per le tue parole. Questa sera vederlo piangere mi ha fatto un certo effetto, prima credevo scherzasse, perchè è sempre stato un burlone, ma poi quando ho realizzato che piangeva davvero, mi si è stretto il cuore. Anche il suo bambino lo guardava ammutolito. Però è proprio vero, quando si ha la salute si da tutto per scontato, come se tutto ci fosse dovuto, ma poi arrivano i dispiaceri, servono per ridimensionare la nostra presunzione. Siamo vulnerabili e fragili, dobbiamo cercare di apprezzare di più la vita di tutti i giorni, perchè è una e irripetibile.
Grazie della tua amicizia, ti auguro la buona notte e ci sentiamo domani!
Grazie della tua amicizia, ti auguro la buona notte e ci sentiamo domani!
Nik
(giovedì 8 ottobre 2009)
Diversi anni or sono, rimasi per accertamenti, per circa 3 settimane in ospedale. Per giorni e giorni temetti che quel ricovero, fosse l'anticamera di qualcosa di veramente brutto, di inguaribile. Poi, la paura ,pian piano lascio' spazio alla fiducia e l'infezione di cui ero rimasto vittima, regredi' anche se con enorme lentezza. Tanti anni sono trascorsi ma non ho mai piu' dimenticato quel periodo della mia vita , i giorni trascorsi in corsia, la benevolenza di alcuni medici ed infermieri, il distacco e la freddezza di altri, che poco o nulla riuscivano a dare in termini di umanita' e di comprensione non riuscendo lontanamente a comprendere quanto una parola, un gesto passa essere piu' efficace, a volte , di una medicina.Ebbene, in quei giorni, mi mancava cio'che nella vita di ogni giorno diamo per scontato e per superfluo. Passata la grande paura, mi mancavano addirittura le cose piu' stupide e banali, come guidare la macchina, il traffico, i rumori , le litigate dei miei vicini di casa. Non ti dico poi, cara Assunta la gioia quando fui dimesso, il borsone che riempii alla rinfusa, l'autobus che presi pieno di gente che sbuffava, che spingeva, che imprecava per la lentezza dell'automazzo. Ma io ero tre metri sopra il cielo...Ebbene, nonostante siano trascorsi quasi dieci anni, non ho dimenticato quei giorni di profondo turbamento psico-fisico ne' tantomeno il dolore di altri piu' sfortunati di me, il cui ricordo spesso mi sovviene.Il ricordo di quella esperienza sovente mi carica le "batterie" dell' animo quando mi prende la malinconia e la solitudine. A presto.
Assunta
(giovedì 8 ottobre 2009)
Caro dolcissimo Nik. Una volta almeno nella vita si prova il dolore e la solitudine dell'ospedale. Anche se è un'esperienza amara, insegna proprio ad amare le cose più semplici e più banali della vita quotidiana. anche soltanto camminare all'aria aperta o come dici tu, su un autobus colmo di gente frettolosa e assente. Questo è ciò che spesso mi dice mio figlio: Mamma, non puoi immaginare come ci si sente quando sei arrivato alla fine della corsa e la prospettiva dell'immobilità totale si affaccia terribilmente all'orizzonte. Quando dopo (io lo chiamo il miracolo) è uscito dall'ospedale con le stampelle, osservava tutto ciò che incontrava con occhi diversi , aveva gli occhi talmente illuminati e gioiosi che riempiva l'anima di commozione. Se gli esseri umani in quanto "umani" fossimo più attenti anche nelle piccole cose, sono certa che staremmo tutti molto meglio. Invece sono soltanto le esperienze negative e(non sempre) che ci portano a riflettere di più, sulla nostra povera vita. Ciao Nik. scrivi ancora.
mami (Anonimo)
(sabato 14 novembre 2009)
ciao a tutti siete una carezza per l'anima vi amo
Assunta
(sabato 14 novembre 2009)
Carissima Mami che dire, appartengo a quella categoria di persone che ancora si commuovono. Vedi, hai scritto soltanto due parole, ma sono state abbastanza per farmi venire i brividi di gioia e farmi pensare che le poche ore passate al computer, non sono tempo perso, se servono ad accarezzare come dici tu l'animo di qualcuno, è proprio di questo che abbiamo bisogno in questo mondo un po spento e frettoloso, carezze e calore umano.
Grazie e ti auguro un buon pomeriggio............
Grazie e ti auguro un buon pomeriggio............
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